Governare la viabilità, un impegno “Capitale”

 

AIPARK INCONTRA IL TERRITORIO

 

Intervista con Gelsomina IANNACCONE
Direttore Sosta e Accessibilità – Dipartimento Mobilità Sostenibile e Trasporti - ROMA CAPITALE

A Roma il traffico è una sfida quotidiana che può sembrare insormontabile, ma non è una battaglia persa in partenza. Tra ingorghi, mezzi pubblici sovraffollati e infrastrutture spesso carenti, gestire la mobilità urbana richiede strategie efficaci, investimenti mirati e un coordinamento integrato. Solo grazie a un mix di innovazione e collaborazione tra istituzioni, cittadini e imprese, il sistema della mobilità può trasformarsi da problema cronico in occasione di progresso per l’intera città.

L’ultimo Rapporto Mobilità di Roma Servizi per la Mobilità fotografa una Capitale ancora fortemente dipendente dall’auto. Quanto è difficile governare la viabilità in un contesto urbano così complesso?

Governare la viabilità a Roma è una vera e propria sfida di sistema, dovuta a fattori storici, urbanistici e culturali. Il centro storico, con strade strette e vincoli monumentali, rende quasi impossibile realizzare nuove infrastrutture. Le aree periferiche, invece, si sono sviluppate in modo disperso, alimentando un forte pendolarismo quotidiano e una mobilità frammentata. A tutto ciò si aggiunge una cultura profondamente radicata dell’auto privata, che non si può modificare in tempi brevi. Proprio per queste ragioni, non esiste una soluzione unica valida per tutta la città: occorre un approccio articolato, che intervenga su più piani e tenga conto delle specificità di ogni ambito urbano.

In un contesto così complesso, che ruolo riveste l’organizzazione della sosta?

Assolutamente centrale. Bisogna ripensarla in modo integrato, stabilendo priorità chiare per ogni tipologia di utenza e spostando progressivamente la sosta meno sensibile verso aree più esterne, liberando spazio di superficie. Questo consentirà di riqualificare l’ambiente urbano, realizzare reti ciclabili e pedonali e incentivare modalità di spostamento più sostenibili. L’obiettivo, ambizioso ma necessario, è favorire un cambiamento culturale di lungo periodo: accompagnare i cittadini verso una mobilità meno dipendente dall’auto privata, più equilibrata e rispettosa della qualità della vita e dell’accessibilità della città. Si tratta di un percorso che richiede tempo, investimenti e continuità nelle politiche.

Con oltre un terzo dei veicoli in sosta irregolare a Roma, quali interventi sono prioritari per affrontare la carenza di spazio?

La percentuale molto alta di sosta irregolare a Roma è una delle criticità principali che penalizzano sia la qualità dello spazio urbano sia la mobilità complessiva. Affrontarla richiede interventi integrati su più livelli. Anzitutto è necessario definire una gerarchia degli spazi di sosta, garantendo priorità a residenti, carico/scarico merci, persone con disabilità e altre categorie sensibili, mentre la sosta di lunga durata deve essere progressivamente spostata in parcheggi esterni o strutture dedicate. Un secondo elemento cruciale è rafforzare in modo costante il controllo e la vigilanza, così da ridurre la percezione di impunità che alimenta la sosta selvaggia. Tuttavia, i controlli devono essere accompagnati da comunicazione chiara e alternative praticabili. Terzo pilastro è la riqualificazione dello spazio pubblico, eliminando gradualmente la sosta in superficie nelle aree più delicate per restituire spazio a marciapiedi, percorsi ciclabili e fermate del TPL.

Sono in corso iniziative significative che meritano attenzione?

Tra gli interventi in corso certamente il progetto SOSPAS – Smart On-Street Parking System, finanziato con fondi PN Metro Plus, che prevede l’installazione sperimentale di sensori per monitorare in tempo reale l’occupazione degli stalli tariffati e di carico/scarico merci nelle aree centrali. Il sistema fornirà dati puntuali alla centrale operativa, consentendo una gestione più efficiente, una maggiore rotazione e la possibilità di calibrare tempi e tariffe della sosta in modo dinamico. Si tratta di un percorso ambizioso che richiede continuità e determinazione, ma che punta a trasformare la gestione della sosta in uno strumento per promuovere una mobilità più sostenibile ed equilibrata e restituire qualità urbana ai cittadini.

È in corso l’aggiornamento del Piano Sosta. Quali sono gli elementi di novità che lo contraddistinguono?

La nuova Disciplina della Sosta in corso di approvazione si inserisce in un percorso coerente con le linee guida del Piano Generale del Traffico Urbano del 2015 e del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile approvato nel 2022. Tra gli elementi di novità viene previsto l’uso notturno regolato dei parcheggi di scambio per contrastarne l’occupazione impropria da parte dei residenti e compromette la funzione intermodale delle strutture. Allo stesso tempo si intende offrire una risposta equilibrata anche alla domanda di sosta dei residenti che vivono in aree urbane consolidate e non dispongono di strutture adeguate, recuperando spazi oggi occupati da auto in sosta inoperosa. L’obiettivo è duplice: mantenere questi parcheggi come uno strumento essenziale per incentivare l’uso del trasporto pubblico locale e, al contempo, contribuire a risolvere le criticità legate alla sosta residenziale.

Qual è oggi la fotografia sulla disponibilità di stalli su strada e in struttura della Capitale?

Al 31 marzo 2025, la capacità complessiva di sosta risulta così distribuita: circa 15.000 posti auto nei parcheggi di scambio o in struttura e oltre 70.000 negli stalli su strada a pagamento. La realizzazione di nuovi parcheggi inizierà con un’attenta analisi del territorio, finalizzata a contenere il consumo di suolo privilegiando il recupero di strutture già esistenti – anche se sottoutilizzate o incompiute – e la riconversione di aree oggi inutilizzate. Solo dopo questa fase si valuterà l’opportunità di costruire nuove strutture, sia interrate che sopraelevate, per rispondere alla cronica carenza di posti auto e ai nuovi bisogni legati alla mobilità sostenibile, in accordo con gli strumenti di pianificazione vigenti.

La realizzazione dei parcheggi, o il recupero delle strutture esistenti, deve rispondere a quali criteri?

Le nuove infrastrutture saranno progettate per integrare servizi evoluti: punti di ricarica elettrica, logistica, spazi per la mobilità condivisa, tecnologie smart e attività di supporto all’utenza. L’obiettivo principale è governare la domanda di sosta diurna e notturna, rendere il sistema più efficiente e incentivare l’uso di mezzi sostenibili. L’idea è quella quindi di avere non il classico parcheggio ma hub multimodali localizzati in aree strategiche, in connessione con il trasporto pubblico e le reti ciclabili, dotati di parcheggi per bici, stalli elettrici e spazi per il rilascio di veicoli in sharing, oltre a eventuali servizi di supporto, per promuovere un utilizzo più razionale e innovativo dello spazio urbano.

Quanto è importante il dialogo tra l’Amministrazione comunale e privati per affrontare insieme le esigenze e sviluppare soluzioni efficaci?

È fondamentale. La riorganizzazione della mobilità e della sosta richiede infatti un approccio integrato e pragmatico, che tenga conto sia delle esigenze pubbliche – come la riduzione del traffico, la sostenibilità ambientale, la sicurezza – sia delle aspettative degli operatori privati e dei cittadini. Coinvolgere i privati significa poter valorizzare competenze, risorse e capacità d’innovazione che spesso sono determinanti per realizzare progetti complessi, come la creazione di hub multimodali, l’adozione di sistemi digitali avanzati o l’introduzione di nuovi servizi di mobilità. Inoltre, il dialogo consente di individuare in anticipo criticità operative e trovare soluzioni condivise che favoriscano l’efficacia delle politiche pubbliche. In questo senso, il partenariato pubblico-privato non è solo un’opportunità, ma un presupposto necessario per attuare in tempi certi interventi che possano incidere in modo strutturale sulla qualità della vita urbana e rendere più competitiva e sostenibile la città.